mercoledì 30 maggio 2012

TERREMOTO, NON ABBASSIAMO LA GUARDIA -2

ATTIVIAMOCI TUTTI PER ACCRESCERE LA CULTURA DELLA SICUREZZA !


FOTO tratta da http://www.earthquakecountry.info/
Scusandomi con voi tutti per la non puntualità nell'aggiornamento di questo blog, cercherò ora di proseguire il discorso recentemente, ralativo al "come non abbassare la guardia" nei confronti del rischio sismico.


Oggi iniziamo una prima focalizzazione del filone culturale:


2. Cultura


- il lavoro sul corretto comportamento in caso di scossa sismica è da riprendere totalmente ed unificare in una serie di azioni e progetti ad hoc a partire dalla più tenera età. L'importante è dare seguito alle indicazioni di base (su cui è peraltro stato anche costruito il ben noto nostro "algoritmo P.R.E.", maggiori info potete trovarle su http://www.facebook.com/TerremotoPREpariamoci) già da tempo fornite da Dipartimnto della Protezione Civile, INGV, etc.... e basate essenzialmente sulla stabilizzazione in caso di scossa sismica, allo scopo di autoproteggersi ed evitare pericolose fughe incontrollate potenzialmente ingeneranti problemi anche sensibili.


- il target: è fondamentale mirare gli interventi di informazione in base ai differenti tipi di target. Così potremmo "giocare" con i bambini ed al tempo stesso insegnare loro la base delle manovre di autoprotezione (NB: questo sarà oggetto del prossimo post intitolato "LA POSIZIONE DELLA SCATOLETTA", di cui forniamo una simpatica anticipazione di foto tratta da percorso addestrativo da noi seguito):
ecco .... la scatoletta...: BRAVI BAMBINI !
così come potremmo trovare le strategie più idonee per comunicare i corretti comportamenti agli adulti, seppur più difficile in quanto "viziati" spesso da comportamenti non corretti in partenza (es: terremoto = fuga immediata). 


Un discorso a parte va fatto per le modalità di condivisione: è necessario infatti poter individuare tutte quelle "interconnessioni" e tutte quelle reti già esistenti, in quanto canali utili ad una massima pubblicizzazione delle informazioni da diffondere. Risulta quindi fondamentale, una volta individuato il target, appoggiarsi a strutture preordinate (penso alle varie forme di aggregazione presenti che, nel caso degli adulti, possono essere date da centri di aggregazione sociale, università delle terza età, associazioni, reti civiche, etc....) in modo da ottenere una divulgazione mirata sia per target che per nuclei e reti già accorpate e presenti sul territorio.
Il vantaggio è manifesto: possibilità di eseguire interventi mirati, massima efficacia nelle azioni ed ottimizzazione del raggiungimento del target, possibilità di replicabilità "in cascata" delle informazioni, etc....


Una ulteriore riflessione vorrei farla in merito al target fasce deboli: se ci capita di "curiosare" in rete, particolarmente concentrandoci sulle modalità di organizzazione della comunicazione pre-mergenza utilizzate negli USA, vedremo che quasi con lucida "maniacalità" viene eseguita una suddivisione puntuale degli individui che necessitano maggiore protezione nei contesti critici. Questa può essere la via maestra, potremmo copiare, replicare ed adattare questi metodi ai nostri protocolli preventivi di comunicazione, tenendo conto delle varie fasce da raggiungere: anziani, disabili, anziani e disabili soli e possessori di animali, soggetti medicalizzati, soggetti con particolari ausili per deambulazione, etc.....


Questa "settorializzazione" si rifletterebbe in una maggiore attenzione focalizzata - a livello preventivo - su particolari target e non solo in caso di accadimento. 


E' infatti fondamentale focalizzare l'obiettivo di base che - no lo scordiamo - può essere individuato nel DARE A TUTTI GLI STRUMENTI (giusti e personalizzati aggiungerei...) che consentano l'apprendimento delle corrette modalità di autoprotezione.



A DOMANI CON IL PROSSIMO CONTRIBUTO.

Grazie per l'attenzione ed un pensiero costante alla popolazioni colpite

sergio bovini
adler@geologi.it




martedì 29 maggio 2012

TERREMOTO, NON ABBASSIAMO LA GUARDIA

ATTIVIAMOCI TUTTI PER ACCRESCERE LA CULTURA DELLA SICUREZZA !

Con un pensiero alle popolazioni dell'Emilia-Romagna duramente colpite, iniziamo a... "scendere in campo" per cercare di diffondere la giusta cultura di fronteggiamento dei fenomeni sismici.

Facile a dirsi, ma come fare ? Innanzitutto è necessario che ognuno debba fare la cosiddetta "parte sua", ovvero agire secondo la propria competenza. Certamente ci aspettiamo che dopo questa ulteriore disgrazia (ricordo che dal 1997 in poi ci sono stati - purtroppo - significativi eventi in Italia che hanno portato distruzione e morte in un territorio di per sé fragile abitato da comunità altrettanto fragili in quanto esposte al rischio sismico spesso in carenza di azioni di prevenzione) ci sia un "moto culturale globale" che porti una definitiva risposta al problema prevenzione fino ad oggi non prioritario.

Belle parole direte voi, ma NOI come possiamo dare il nostro contributo ? Vediamo di elencare qualche possibile linea di indirizzo, promettendovi che, da oggi, aggiungerò un contenuto giornaliero a questo blog. Intanto per oggi focalizziamo il filone normativo:

1. Normativa

- Sarebbe utile riverificare non tanto la riclassificazione sismica del territorio nazionale, quanto piuttosto potenziare studi e ricerche sugli "effetti di sito", ovvero sulla vulnerabilità di particolari territori che - date determinate condizioni geologiche, geomorfologiche od idrogeologiche (compresa l'interazione per "somma" di questi termini) risultano maggiormente esposti al danneggiamento in caso di evento sismico.

- Dovremmo inoltre potenziare i canali finanziari orientati alla messa in sicurezza degli edifici cosiddetti "strategici": non è possibole sentire ancora parlare di terremoti che richiedono l'evacuazione di ospedali o causano totale inagibilità di palazzi sedi di Prefetture e simili: queste strutture in emergenza devono assicurare la continuità delle azioni di base utili per la comunità.

- Dovremmo tenere a mente l'integrità delle "life lines", ovvero creare progettazioni sicure (e le fonti normative e tecniche attualmente ci sarebbero) per tutte quelle linee di distribuzione strategiche (acquedotti, gasdotti, elettrodotti, etc...) che possano resistere al sisma e garantire la continuità dei servizi essenziali.

- Dovremmo iniziare a pretendere l'attivazione dei legislatori affinché si possa codificare una normativa che puntualizzi linee guida e "paletti" oggettivi per la gestione delle emergenze in caso di evento sismico - di pari significato del D.M. 13.03.1998 (Criteri generali di sicurezza antincendio per la gestione dell'emergenza nei luoghi di lavoro), non solo nei luoghi di lavoro ma anche con delle aperture alla quotidianità (pensiamo alla protezione dei soggetti disabili, alle criticità dei luoghi a sensibile affollamento, etc...)

- Dovremmo iniziare a ragionare sulle corrette modalità di "comunicazione della sicurezza": potrebbero a tale proposito essere redatte delle linee guida con specifiche tecniche di modalità efficaci di comunicazione che possano raggiungere in maniera mirata l'utente finale: lavoratori, fasce deboli, disabili, etc....

- Dovremmo iniziare a creare delle comunità di lavoro, ragionamento e condivisione di idee, utility, buone prassi che possano essere utili a TUTTI per affrontare le quotidianità e non arrivare impreparati all'emergenza: pensate, solo per fare un "banale" (...) esempio, l'utilità di poter condividere dei kit di emergenza da tenere vicino al letto e he possano esser adattabili a tutte le situazioni: kit di emergenza per famiglie con bambini, kit di emergenza per disabili con particolari ausili, kit di emergenza  per cani-guida per non vedenti,  kit di emergenza per medicalizzati, etc...

In altre parole è ora di cambiare radicalmente la nostra cultura, non possiamo apsettare i disastri per riparare (e, purtroppo,piangere...) sempre, dobbiamo iniziare ad essere bravi in prevenzione.

Questa (e solo questa, a mio avviso, è la strada giusta).

A DOMANI CON IL PROSSIMO CONTRIBUTO.

Grazie per l'attenzione ed un pensiero costante alla popolazioni colpite

sergio bovini
adler@geologi.it