FOTO tratta da http://www.earthquakecountry.info/ |
Oggi iniziamo una prima focalizzazione del filone culturale:
2. Cultura
- il lavoro sul corretto comportamento in caso di scossa sismica è da riprendere totalmente ed unificare in una serie di azioni e progetti ad hoc a partire dalla più tenera età. L'importante è dare seguito alle indicazioni di base (su cui è peraltro stato anche costruito il ben noto nostro "algoritmo P.R.E.", maggiori info potete trovarle su http://www.facebook.com/TerremotoPREpariamoci) già da tempo fornite da Dipartimnto della Protezione Civile, INGV, etc.... e basate essenzialmente sulla stabilizzazione in caso di scossa sismica, allo scopo di autoproteggersi ed evitare pericolose fughe incontrollate potenzialmente ingeneranti problemi anche sensibili.
- il target: è fondamentale mirare gli interventi di informazione in base ai differenti tipi di target. Così potremmo "giocare" con i bambini ed al tempo stesso insegnare loro la base delle manovre di autoprotezione (NB: questo sarà oggetto del prossimo post intitolato "LA POSIZIONE DELLA SCATOLETTA", di cui forniamo una simpatica anticipazione di foto tratta da percorso addestrativo da noi seguito):
così come potremmo trovare le strategie più idonee per comunicare i corretti comportamenti agli adulti, seppur più difficile in quanto "viziati" spesso da comportamenti non corretti in partenza (es: terremoto = fuga immediata). - il target: è fondamentale mirare gli interventi di informazione in base ai differenti tipi di target. Così potremmo "giocare" con i bambini ed al tempo stesso insegnare loro la base delle manovre di autoprotezione (NB: questo sarà oggetto del prossimo post intitolato "LA POSIZIONE DELLA SCATOLETTA", di cui forniamo una simpatica anticipazione di foto tratta da percorso addestrativo da noi seguito):
ecco .... la scatoletta...: BRAVI BAMBINI ! |
Un discorso a parte va fatto per le modalità di condivisione: è necessario infatti poter individuare tutte quelle "interconnessioni" e tutte quelle reti già esistenti, in quanto canali utili ad una massima pubblicizzazione delle informazioni da diffondere. Risulta quindi fondamentale, una volta individuato il target, appoggiarsi a strutture preordinate (penso alle varie forme di aggregazione presenti che, nel caso degli adulti, possono essere date da centri di aggregazione sociale, università delle terza età, associazioni, reti civiche, etc....) in modo da ottenere una divulgazione mirata sia per target che per nuclei e reti già accorpate e presenti sul territorio.
Il vantaggio è manifesto: possibilità di eseguire interventi mirati, massima efficacia nelle azioni ed ottimizzazione del raggiungimento del target, possibilità di replicabilità "in cascata" delle informazioni, etc....
Una ulteriore riflessione vorrei farla in merito al target fasce deboli: se ci capita di "curiosare" in rete, particolarmente concentrandoci sulle modalità di organizzazione della comunicazione pre-mergenza utilizzate negli USA, vedremo che quasi con lucida "maniacalità" viene eseguita una suddivisione puntuale degli individui che necessitano maggiore protezione nei contesti critici. Questa può essere la via maestra, potremmo copiare, replicare ed adattare questi metodi ai nostri protocolli preventivi di comunicazione, tenendo conto delle varie fasce da raggiungere: anziani, disabili, anziani e disabili soli e possessori di animali, soggetti medicalizzati, soggetti con particolari ausili per deambulazione, etc.....
Questa "settorializzazione" si rifletterebbe in una maggiore attenzione focalizzata - a livello preventivo - su particolari target e non solo in caso di accadimento.
E' infatti fondamentale focalizzare l'obiettivo di base che - no lo scordiamo - può essere individuato nel DARE A TUTTI GLI STRUMENTI (giusti e personalizzati aggiungerei...) che consentano l'apprendimento delle corrette modalità di autoprotezione.
A DOMANI CON IL PROSSIMO CONTRIBUTO.
Grazie per l'attenzione ed un pensiero costante alla popolazioni colpite
sergio bovini
adler@geologi.it